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“Valorizzazione delle risorse genetiche dell’olivo e introduzione di nuove tecniche a basso impatto ambientale nell’areale della DOP Cartoceto” (acronimo OLIV-GET)
Il progetto Oliv-get , finanziato dalla misura 16.1 del PSR Marche, mira al potenziamento della produzione olivicola collinare, con particolare riferimento alla zona dell’areale DOP di Cartoceto, attraverso la razionalizzazione delle tecniche colturali e l’introduzione di tecnologie utili al miglioramento quali-quantitativo delle produzioni e della loro sostenibilità economica ed ambientale.
Il progetto ha avuto inizio ad ottobre 2020 e ha come obiettivi principali: garantire canali certificati per l’approvvigionamento di materiale vivaistico di qualità di cultivar Raggiola, promuovere la messa a dimora di nuovi impianti intensivi e razionali, ampliare la produzione di olio DOP Cartoceto garantendo il mantenimento di standard qualitativi d’eccellenza, razionalizzare le tecniche di produzione, anche in impianti tradizionali o monumentali, creare una rete di sensoristica e condivisione di dati per una gestione sostenibile degli impianti e risorse su scala territoriale, garantire il rinnovo generazionale in olivicoltura con figure di elevata professionalità.
Partendo dall’identificazione di 3 piante per la produzione di cloni locali di Raggiola, situate nella zona di Cartoceto, presso partner del progetto e altri produttori esterni. Le piante selezionate sono piante storiche centenarie con buon adattamento alle condizioni pedo-climatiche dell’areale di Cartoceto. Il materiale è stato prelevato e fornito al vivaio Vitroplant che ha creato le piante madre e messo a punto la procedura di moltiplicazione in vitro. Analisi fitosanitarie e genetiche di questo materiale hanno confermato la corrispondenza della cultivar e hanno riscontrato uno dei tre cloni come esente da virus della maculatura anulata dell’olivo (OLRSV). La pianta madre di questo clone è stata utilizzata per produrre in vitro piantine micropropagate di Raggiola da utilizzare in nuovi impianti sul territorio.
Presso l’azienda agraria dell’Istituto Agrario “A. Cecchi” è stato realizzato un campo sperimentale di 1ha con una parte a sesto d’impianto 6x6m con varietà Raggiola, Mignola e Moraiolo (circa 80-90 piante per varietà) e una parte ad alta densità, con sesto d’impianto 4x2m con varietà Raggiola, Piantone di Mogliano e Arbequina.
La localizzazione e la progettazione di un nuovo impianto a vaso policonico (6×6 m, 277 alberi/ha) è stata effettuata nell’ottica di inserire il nuovo oliveto nel paesaggio in modo armonico e in modo da mantenere l’elevata biodiversità presente nel luogo.
Prove sperimentali sono state effettuate su oliveti adulti e giovani per valutare tecniche agronomiche razionali, avvalendosi anche dell’utilizzo di sensoristica specializzata per il monitoraggio di alcuni parametri in tempo reale.
Una prova di irrigazione, intesa come irrigazione di soccorso, da attuare solo in caso l’umidità del suolo scenda sotto una determinata soglia è stata messa in atto presso l’azienda il Conventino (Monteciccardo, PU). La disponibilità idrica del suolo è monitorata grazie a sensori installati in campo dal partner del progetto Agronica srl e i dati sono utilizzati dai ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche per valutare il momento e i volumi di irrigazione. Nello stesso oliveto sono stati fatti rilievi per monitorare l’accrescimento dei germogli, il numero di infiorescenze, il numero di fiori, la percentuale di allegagione lungo il ramo. I risultati indicano che un’irrigazione di soccorso è indispensabile in annate particolarmente siccitose, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Con irrigazioni mirate è possibile un utilizzo limitato della risorsa idrica e un mantenimento di migliori produzioni sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
Presso l’azienda “il Conventino” si è svolta inoltre una prova di concimazione frazionata e combinata (al suolo e fogliare) in un oliveto di Ascolana tenera con problemi di allegagione. Le prove hanno confermato che il problema di allegagione era in parte dipendente da carenze nutrizionali in particolar modo nella zona dell’oliveto con una pendenza importante. Infatti la combinazione di concimazioni al suolo e fogliari ha permesso di migliorare l’allegagione in alcune zone dell’oliveto.
Presso l’azienda Luvia le piante di un oliveto di circa 40 anni sono state potate con 3 diversi approcci di potatura. Una potatura tradizionale, una moderata ed una intensa.
La prova è svolta grazie ad una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali con SFARM (CENTRO DI RICERCA E SERVIZIO “Smart Farming”) e i dati raccolti tramite mobile laser scanner sono utilizzati per calcolare i volumi delle chiome nel pre e nel post potatura. . I dati sono stati confrontati con i dati presi manualmente per identificare quali gli algoritmi che consentano di ottenere i dati più realistici, che possano meglio identificare la potatura effettuata. Grazie ai dati del laser scanner si è inoltre creata un’immagine tridimensionale delle piante in prova.
Presso l’azienda “Lacrima Verde” si è impostata una prova di concimazione di un giovane impianto che necessitava una spinta vegetativa. Le piante sono state concimate con un concime biologico a tre diverse dosi.
Le azioni dimostrative in campo e i seminari hanno permesso di illustrare al pubblico gli obiettivi del progetto e i primi risultati delle sperimentazioni in corso. Gli studenti dell’istituto agrario sono stati coinvolti sia nell’impianto del nuovo oliveto che nell’utilizzo della piattaforma GIAS online. Hanno inoltre partecipato a lezioni dimostrative sull’utilizzo di nuove tecnologie al servizio dell’agricoltura.