Cartoceto : “Terra culta et olivata”
Cartoceto deve la sua origine ai Cartaginesi scampati alla battaglia sul fiume Metauro (207 a.C.). E’ certamente agevole accertare una presenza estesa dell’ulivo fin da epoche remote: esso è l’elemento caratterizzante di tutto il paesaggio cartocetano, la sua coltivazione s’integra con i ritmi della vita della piccola comunità e la sua storia si fonde con quella del paese.
L’olio a Cartoceto assolveva diverse funzioni: serviva come forma di pagamento per lavori di vario genere. La Comunità si preoccupò d’avviare fin dai primi tempi la vendita dell’olio che avveniva “alla minuta” in piazza tramite un appalto e in particolare nei giorni di mercato.
L’olio, non serviva solo al fabbisogno interno del paese, ma era richiesto e apprezzato anche fuori.
I “vendiroli” fanesi smerciavano oli che provenivano anche da altre località, ma in una lettera del governatore del 1793 si legge che a Fano “…. Godendo della sua fertilità territoriale ben olivata non (si) adopera che l’olio del proprio paese …”
L’olio comunque non venne mai a mancare per il fabbisogno della popolazione del comprensorio cartocetano, neanche nei periodi di crisi generale in cui “la quiete del popolo”, piuttosto, è messa a dura prova dalla scarsità di pane e vino.
Già ai primi del XIII secolo, nelle concessioni in enfiteusi di terreni cartocetani, figurano fondi con ulivi a Ripalta, a partire dal 1178, il Capitolo della cattedrale di Fano assegna “sedi” e “mansi olivati” con i seguenti accordi: “Ogni anno nel tempo delle vendemmie dia la metà del vino mondo e la metà del frutto delle olive e paghi cento soldi lucchesi quando non osservi le condizioni pattuite”. Era noto che molti territori posti sotto la giurisdizione di Fano costituissero un’importante risorsa olearia e tra essi Cartoceto primeggiava. I proprietari ponevano grande interesse nella coltivazione dell’ulivo: nel catasto del 1540, 116 proprietari su 195 avevano ulivi nei loro fondi. Alcuni catasti ne fanno fede: tra il 1590 e il 1681 si è quadruplicato il numero di piante.
L’olio ha rappresentato da sempre uno tra i beni più apprezzati. S. Anselmi scrive: “nel 1390, ad esempio, un somaro bianco con sella vale sette quartaroli d’olio (61 litri), cioè intorno ai quattro ducati coi quali si compravano altrettanti quintali di grano”.
In un documento della camera di commercio (1888, b. 100) il Sindaco segnala che “esistono 7 fabbriche di oli di oliva e che è di eccellente qualità”.
Dal 1977 si tiene a Cartoceto, nel mese di novembre, la Mostra mercato dell’Olio e dell’Oliva – Cartoceto dop Festival – rassegna che suscita sempre più interesse ed affluenza di pubblico (8/10.000 visitatori.) Cartoceto rientra nell'”Associazione Nazionale Città dell’Olio“.